« La Leonessa » 2016

« La Leonessa » 2016 – 2a Edizione

Ci siamo, riparte la stagione su sterrato, proprio là da dove ero partito l’anno scorso. Riparte la Coppa e con essa le mie avventure in giro per la Toscana. Indosso la maglia di campione, fa un bell’effetto la prima ufficiale.
Arrivo a Pelago sotto un cielo plumbeo e ritiro il pacco gara con la t-shirt della Coppa e il cappellino. Incontro Paolo e Leonardo. Trovo anche tutto il gruppo della Panoramica e gli altri due campioni, con cui facciamo una foto.
L’atmosfera è un po’ mesta. L’acqua ha provato a rovinare la festa, ma di pedalatori ce ne sono e pronti a sgrugnare sul percorso.
Il tanto temuto diluvio non si è presentato. Una leggera pioggia si, ma non di più. Gli organizzatori scelgono la via più prudente; gli sterrati non sono praticabili e quindi variante ridotta (piano B) della corsa, tutta su asfalto.
Partiamo in salita stavolta, e dopo la curva sono già costretto a fermarmi perché la ruota posteriore tocca sul fodero. Riparto, rientro sui Panoramici e comincio a risalire il gruppo. Poi, però, mi rendo conto che avrei fatto tutta la corsa da solo e decido di aspettare quel gruppo. É stata la scelta migliore vista la goliardica compagnia. Bello pedalare con un po’ di storia ciclistica, con Giovanni Nencini (figlio di Gastone, il Leone del Mugello), Silvio Poccianti, e tante bici BSA.
Tratto in ascesa verso Paterno, poi Tosi e quindi Donnini, dove, al bivio per Vallombrosa, inizia la discesa fino a Sant’Ellero. É l’occasione per provare i nuovi freni Weinmann in corsa e i copertoncini con il bagnato. Discesa assolutamente conservativa, strada bagnata, ma non ho avuto particolari problemi.
In fondo alla discesa uno dei Panoramici è scivolato e ci fermiamo ad aspettarlo. Incidente banale, ma che avrebbe potuto avere ben altre conseguenze. Proseguiamo lungo un tratto in falsopiano e, dopo la deviazione con tornante a destra, inizia la salita. É salita vera e il gruppo comincia a sgranarsi. Allunghiamo in 4, con Federico ed Alessandro della Medicea (l’altro campione) e Silvio. Reggo bene e resto in soglia. Primo ristoro, quello di Colle, lo stesso dell’anno scorso, che per altra via fu raggiunto a fatica dopo sterrati iniziali tremendi. La compagnia si ricompatta e troviamo anche Roberto Apolloni della Chianina. Ripartenza e risaliamo verso Pelago. Ce ne andiamo in due, con l’altro campione. Sono in buona forma, la GF di Firenze è stata utile, e la salita riesco a gestirla bene anche col 42. Andiamo su insieme fino a Diacceto e proseguiamo per il secondo ristoro, al Castello di Ferrano.
Ecco il castello, ecco l’arco d’ingresso, ed ecco la belle epoque. Vestiti lunghi e tacchi alti, papillon e giacche. Dal balcone sulla valle non si vede molto, la nebbia offusca la vista (o é la stanchezza?). In breve la compagnia si ricompatta e tra un sacco di risate viene dato l’assalto al lauto ristoro.
Ci ritroviamo lì a riposare un attimo, chi bevendo chi mangiando e non ci sottraiamo al rito di una foto tutti insieme. Ci accomuna la fatica di esser arrivati fin lì. Il muschio rende viscida la pavimentazione in pietra. É tempo di riprendere la bici.
Ormai siamo nel tratto finale. Ripartenza in gruppo e discesa sulla statale fino al bivio per Nipozzano, dove ci attende terzo ristoro. Bello, il percorso è stato ridotto, ma il numero dei ristori è rimasto inalterato, dice Ivo. Si conferma il teorema pensato per l’Eroica: a queste corse, nonostante lo sforzo, non si dimagrisce, anzi, visti gli abbondanti e variegati ristori, è più facile tornare a casa belli satolli. Lo scenario, tra castello e borgo, vallata e vigneti, riempie gli occhi. É il momento di risolvere il mistero, dov’è la cantina, sede del ristoro? Facciamo un po’ fatica a trovare la strada, chi si è mangiato la freccia? Parte una caccia con cani da tartufo vestiti da ciclisti al pregiato tubero, ma senza, apparentemente, risultato.
Alla fine arriviamo alla cantina, con vista sul vigneto, non prima di aver dato prova di destrezza nella discesa ghiaiosa.
Un po’ di pioggia si presenta svogliata, ma ormai manca veramente poco all’arrivo di Pelago. Sugli strappi dopo la statale un po’ di scaramucce in gruppo (c’è chi scatta col giroruota). Sono gli ultimi fuochi, prima dell’arrivo in parata in paese. Tavolata finale degna dei galli di Asterix dopo una doccia ristoratrice.

MARCO PASQUINI